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In memoria di Sergio Zanotelli
30 aprile 1935 – 4 dicembre 2022
I funerali sono fatti per i vivi, non per i morti. Questo ci diceva sempre il mio papà. E ci diceva che tutti, quando morti, nei racconti dei funerali, come questo, e sui titoli dei giornali, diventavano improvvisamente buoni.
Io non sono qui per dirvi che mio papà era una persona buona. Perché era anche un grande stronzo, uno di quelli che sapeva litigare sempre con i vicini per delle sciocchezze, e che faceva sempre di testa sua senza curarsi delle conseguenze delle sue azioni, e di che impatto potessero avere sulle vite degli altri. E questa era la cosa che mi faceva incazzare di lui di più di tutte.
Però era il mio papà, ed io gli volevo bene comunque. E sapete come si dice, che se si mette un “però” in una frase, tutto quello che c’è prima del “però” non conta nulla. E io gli volevo davvero tanto bene al mio papà, e mi piacerebbe averglielo potuto dire una volta in più, vorrei che l’avesse potuto sentire una volta in più.
E siccome i funerali sono fatti per i vivi, volevo solo chiedervi questo: di non dimenticarvi del vostro papà, o della vostra mamma, e di dedicar loro una mezz’ora in più ogni volta che potete. E di dire loro ti voglio bene una volta in più, perché anche loro, sicuramente vogliono tanto bene a voi ma spesso non sanno come dirvelo, e magari vi rompono le balle solo perché hanno bisogno di avervi vicini, di avere la compagnia dei loro figli.
Papà, io l’ho detto tante volte a diversi miei amici che da te ho imparato tante cose dai tuoi errori, pensando “io un giorno non farò così”. Però alla fine, dopo una vita di casini, mi hai insegnato cosa vuol dire volersi bene, e come farlo, lasciando che mi prendessi cura di te, tu che non volevi mai l’aiuto di nessuno.
Ciao papà, ne vedem doman, e do pei.
Daniele Zanotelli
6 dicembre 2022